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Un anno di nuove sfide affrontate, di nuovi mercati avvicinati e di ricerche che hanno permesso lo sviluppo di soluzioni per la lavorazione del terreno in una grande varietà di condizioni.
Questi gli aspetti che hanno caratterizzato il 2017 dell’azienda, fondata più di 60 anni fa da Alfredo Celli ed ancora oggi gestita dalla famiglia. L’incremento del giro d’affari registrato sino ad ora conferma una solida presenza delle macchine agricole Celli in ambito internazionale, attestando la quota export attorno al 68% del totale. A sostenere queste buone performance, il grande successo delle ultime novità, come Rhino 400 (zappatrice rotativa), Lothar/P (interrasassi + baulatrice in versione pieghevole) e le soluzioni bio, a partire dalla macchina semovente Ecostar SC 600, che utilizza vapore e prodotti innocui per la disinfezione del terreno, senza bisogno di ricorrere a sostanze chimiche, fino alla famiglia di Pioneer 140 Bio. Quest’ultima apprezzata non solo nei paesi germanici dove ha avuto le sue origini, ma anche in altre aree dell’intera Europa.
Innovazione tecnica che, nel nostro caso, sempre più spesso si traduce anche in progettazione di macchine combinate pensate per particolari condizioni climatiche o conformazioni del terreno: ne sono un esempio le soluzioni per la lavorazione della terra e la semina, oppure l’erpice in abbinamento alle vanghe, etc. Questa abilità di personalizzare i macchinari è frutto sia della profonda conoscenza del settore, che di una gamma che include oltre 90 referenze.
“La nostra capacità di visione ci ha portato -afferma Andrea Magni della direzione Celli- ad affrontare dei marcati particolari come quelli appartenenti all’Area ASEAN, al Sud America e a quelli dell’EST Europa, oltre a consolidare le aree di mercato già acquisite in questi anni di presenza nel mondo delle macchine agricole”.